le pagliarelle per la copertura dei limoneti massesi 


In tutta la penisola Sorrentina gli agrumeti, per fornire una buona produzione di frutti, devono essere protetti dalle gelate notturne, dalla pioggia forte e dalla grandine. Per moltissimi anni sono stati quindi coperti da un tetto di pagliarelle poggiate su di un alto pergolato, ma negli ultimi decenni reti di plastica verdi o nere a maglia stretta hanno sostituito le tradizionali pagliarelle. Queste sono degli “scudi” di paglia tenuta insieme da listelli di legno. Hanno una dimensione prestabilita (200x120cm), ovviamente compatibile con le dimensioni del pergolato. La costruzione delle pagliarelle era, ed è tuttora, completamente manuale e richiedeva una certa abilità.

Si procedeva in questo modo: si preparava un telaio rettangolare (telariello) di listelli di castagno tagliati longitudinalmente a metà (chierchie): i quattro lunghi (perecuni) erano ricavati dalla parte più spessa e robusta e i quattro corti (traverse) da quelle con qualche irregolarità. Le traverse venivano inchiodate sui perecuni, entrambi con la parte curva all’esterno.

Il telariello veniva poi poggiato su una specie di tavolo, fatto di assi di legno montate su due cavalletti, e sopra vi si stendevano due strati di paglia di grano (jurmano), uno opposto all’altro, nel senso delle traverse (foto1 - foto2 - foto3). Quindi si fermava la paglia con altri quattro listelli di castagno (cimme), più sottili dei pereconi, inchiodati su questi ultimi faccia contro faccia in modo da lasciare all’esterno tutte le parti curve (foto4 - foto5 - foto6). Per questa ultima operazione si usavano chiodi un po’ più lunghi che, dopo aver attraversato i tre listelli sporgevano di vari millimetri dall’altro lato, quindi si girava la pagliarella (foto7) e si ribattevano le punte in modo da fissare definitivamente il tutto e non creare pericoli. Con una piccola accetta o con delle apposite lunghe lame (curtielli) si tagliava la paglia in eccesso in modo da ottenere un bordo diritto, sporgente solo di pochi centimetri dal telaio; attualmente è più comune usare delle grosse cesoie (foto8).

Per completare la pagliarella si dovevano tagliare le parti sporgenti delle cimme (effettivamente le cime delle chierchie). Infatti questi erano i soli listelli non tagliati a misura essendo la parte che restava della chierchia intera dopo aver tagliato gli altri pezzi. Per questa ragione di solito eccedevano la misura della pagliarella e la parte sporgente veniva stroncata con il serracchio (saracco) (foto9).

Le pagliarelle prodotte durante l’estate venivano sistemate in alte pile (cataste). Dopo il primo inverno passato sul pergolato, non si riportavano a terra, ma venivano accatastate sulla prevola e coperte da quattro di esse a mo’ di tetto spiovente formando le cosiddette cupole 'e pagliarelle (foto al lato). Verso novembre si copriva (accommogliava) l’agrumeto (foto10), cioè le pagliarelle venivano stese sul pergolato, e all’inizio della primavera si scommogliava e si ricostruivano le cupole ‘e pagliarelle che ai più apparivano come strane casette.

foto 1

foto 2

foto 3

foto 4

foto 5

foto 6

foto 7

foto 8

foto 9



 

recupero pagine old massalubrense.it

recupero pagine old massalubrense.it