POST CINEMATOGRAFICI

indice completo dei  1300 film 2016 - 2018

lista film (pdf)  2015   2014   2012-13

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il Cinema secondo GioVis (Jean Lumière)

"Ho visto film che voi umani non potreste immaginare, ..."

parafrasando Rutger Hauer/Roy Batty: "I've seen things you people wouldn't believe, ..."  in Blade Runner (1982, Ridley Scott)

breve storia del mio circa mezzo secolo da cinefilo

per fornire una seppur vaga idea del mio background e di conseguenza delle ragioni di alcune mie valutazioni, critiche e passioni, ho riassunto

il mio curriculum di appassionato di cinema in due periodi ben distinti, divisi da una quindicina di anni (1990-2006) di attività minima


Anni '70 e '80 - le origini, le basi

Ancor prima di diventare maggiorenne cominciai a frequentare cineforum e cinema d'essai e appena ventenne ero già un cinemaholic nonché un habitué della famosa ed ineguagliata Cineteca Altro (gestita mirabilmente dallo storico del cinema Mario Franco in un gelido sotterraneo a Port’Alba, Napoli). Lì conobbi altri filmofagi ed imparai ad apprezzare pellicole non commerciali, moderne di paesi cinematograficamente semi-sconosciuti e tante altre a cominciare da quelle mute dei maestri dell’Espressionismo tedesco, come Lang, Murnau e Lubitsch, ed altre pietre miliari della storia del Cinema.

In quegli anni collaborai per un certo tempo con una radio libera gestendo una mia rubrica di cinema e così riuscii ad avere accrediti per un paio di Festival di Pesaro e per tre edizioni di quello di Parigi. Questi non proponevano solo prime internazionali, ma anche interessantissime retrospettive ed i cinefili terminali come me avevano la possibilità di vedere anche 7 film al giorno, vale a dire una cinquantina nel corso della settimana.

Nell’autunno del 1975, sulle ali dell’entusiasmo cinefilo, comprai un proiettore Cinemeccanica Victoria 35mm (di seconda mano ed abbastanza malandato, eppure funzionante) e misi su un programma di 20 film del “Nuovo Cinema Americano” (anche questo momento fondamentale della storia del cinema) parecchi dei quali visti proprio a Pesaro pochi mesi prima. Per le proiezioni ero ospite del TIN (Teatro Instabile Napoli) dell’attore e regista Michele Del Grosso, il quale mi affibbiò il soprannome di Jean Lumière. La lista comprendeva titoli commerciali (necessari per recuperare le spese) come American Graffiti (Lucas), Easy Rider (Hopper), Un uomo da marciapiede (Schlesinger), Il laureato (Nichols) e altri allora quasi sconosciuti come Duel (Spielberg), America, America dove vai? (Wexler), Punto zero (Sarafian), Alice non abita più qui (Scorsese),  Mean Streets (Scorsese), La conversazione (Coppola), Electra Glide (Guercio). Anche i meno attenti ai nomi avranno notato i vari registi famosi appena citati che, all’epoca, erano all’inizio della loro carriera.

Grazie all’ottima retrospettiva “40 anni di cinema spagnolo” proposta nell'ambito del Festival di Pesaro del ‘77 ebbi modo di avvicinarmi a questa cinematografia per alcuni versi vicina alla nostra, ma allora quasi del tutto sconosciuta in Italia. Ai più giovani è necessario ricordare che fino ad un paio di anni prima la Spagna era stata sotto la dittatura del Caudillo (o Generalisimo) Francisco Franco che governò dalla fine della guerra civile (1939) fino al giorno della sua morte (1975). Durante tutto quel periodo veniva esercitata la censura e molti artisti furono costretti ad “emigrare” come per esempio il più famoso dei registi spagnoli, vale a dire Luis  Buñuel che riparò in Messico dirigendo lì film rinomati fra i quali Los olvidados (1950), Él (1953), Ensayo de un crimen (1955) e infine Viridiana (1961). Altri, pur subendo qualche censura, si adattarono a lavorare in patria rimanendo al limite del consentito ma sfruttando al meglio le opportunità fornite della comedia negra, genere nel quale eccelsero Berlanga (regista di Bievenido Mr Marshall, Placido, El Verdugo, La vaquilla) e Rafael Azcona (sceneggiature di tanti film dello stesso Berlanga, Saura, Cuerda, Trueba e anche di Marco Ferreri, a cominciare dai suoi due primi film El pisito e El cochecito). Durante tutto quel periodo la Spagna restò praticamente isolata dal resto dell’Europa, ma meritano senz'altro una visione film notevoli come Muerte de un ciclista e Calle Mayor (J. A. Bardem, zio di Javier), La caza (Saura) e i relativamente più recenti El espiritu de la colmena e Sur (Erice), Surcos e Los pejes rojos (Nieves Condes).

Se i Festival di Pesaro mi fornirono la possibilità di un ottimo approccio sia al cinema spagnolo che al nuovo corso americano, Parigi mi diede la possibilità di essere iniziato anche ad altre cinematografie come quella ungherese, l’indiana e varie dell’America latina che venivano proposte in sezioni “secondarie”.

Fin quasi alla fine degli anni ’80 continuai a frequentare cineforum (che però stavano già perdendo di qualità) e sale d’essai (che cominciavano a chiudere).


Dal 2007 ad oggi - il grande ritorno

Dopo il periodo di quasi stasi (1990-2006) a causa del lavoro, approfittai del mio secondo lungo svernamento per ricominciare alla grande, potendo guardare tanti film di gran qualità e varietà che mi hano permesso di ampliare i miei orizzonti cinematografici e di recuperare parte del tempo perduto.

Oltre ad approfittare della più ampia offerta di film delle sale americane, all’Honolulu Museum of Art ho avuto modo di seguire le rassegne monografiche dedicate sia a paesi cinematograficamente pressoché sconosciuti e con produzione minima come il Buthan, ma anche all’ormai famosa cinematografia indiana. Ogni anno si tiene il Bollywood Film Festival che presenta molte pellicole recentissime, sia buone e serie che di cassetta, affiancate da film classici di metà secolo scorso come Mughal-e-Azam o la cosiddetta Trilogia di Apu, tre film girati nel 1955-59 dal regista Satyajit Ray (“Figura tra le più autorevoli della cinematografia mondiale” da treccani.it) ma quanti li conoscono?

Ancor di più offriva la programmazione del piccolo, ma eccezionale Honolulu Movie Museum, che non è affatto un museo nel vero senso della parola, bensì una cineteca in miniatura: appena una ventina di poltrone, ma in pelle e reclinabili, prenotazione quindi quasi obbligatoria, 3 o 4 di film al giorno (spesso film diversi), 5 giorni su 7, ... il tutto a soli 5 dollari.  Negli svernamenti successivi in Portogallo e Nuova Zelanda ho continuato ad ampliare i miei orizzonti (nel secondo caso con molti film australiani) e successivamente le frequentazioni della Cinémathèque française, e Cineteca Nacional Mexico mi hanno ulteriormente arricchito.

Infine, per rendermi quanto più indipendente possibile ed approfittando della tecnologia, dal giugno 2012 ho una mia saletta cinema (8 posti, schermo di 100”) denominata GioVis Movie Theatre (acronimo GMT) e sono sempre alla ricerca di dvd sul mercato dell'usato e su internet (specialmente per le collezioni monografiche) non trascurando lo streaming e il download (legale) di film di pubblico dominio da archive.org, TCM, Free Classic Movies o dai più conosciuti YouTube, Vimeo, ecc.

La sufficiente conoscenza di inglese e spagnolo per guardare film in versione originale anche senza sottotitoli (con qualche difficoltà affronto anche francese e portoghese) mi avvantaggia in quanto ho accesso ad un'offerta estremamente vasta e mi ha consentito di crearmi una videoteca di circa 2000 titoli (2018).

Per esempio, a Parigi feci incetta dei migliori film indiani degli anni '50-70 (in v.o. sottotitolati in inglese o francese) e da vari anni frequento i mercati dell'usato nei quali ho comprato almeno varie centinaia di buoni film, quasi tutti a 1 euro, ma anche a 50 centesimi. E non pensiate che siano filmacci ... quelli vengono venduti velocemente mentre i classici e i buoni restano a disposizione dei pochi intenditori.

Per darvene un’idea, vi dico che fra i tanti che ho trovato, e ovviamente comprato, c'erano: Ottobre (Eisentstein), Intolerance (Griffith), Sansho Dayu (Mizoguchi), Los olvidados e Viridiana (Buñuel), Bande à part (Godard), Foreign correspondent (uno dei pochi di Hitchcock che mi mancava), Gioventù bruciata (Ray), Sacrifico (Tarkovski), Hiroshima mon amour (Resnais), Jules et Jim (Truffaut), Veronika Voss e Lola (entrambi di Fassbinder), To be or not to be (Lubitsch), una collezione di western classicissimi ma non comuni in Italia, e molti altri che, seppur non del livello di questi appena citati, senz’altro meritano di essere guardati e di avere in videoteca. Purtroppo questa pacchia è quasi terminata.

Dal 2015, avendo smesso di lavorare a tempo pieno, ho potuto ulteriormente allungare i miei soggiorni all'estero e aggiungere nuovi viaggi, sempre con un occhio al cinema ... alle ripetute visite alla mia preferita Cineteca Nacional Mexico e Cinemateca Portuguesa, ho aggiunto nel 2018 la Filmoteca Española (Cine Doré), Cineteca Madrid (Matadero) e il Festival de Cine Iberoamericano de Huelva.

Da quando ho cominciato a tener conto dei film guardati (giugno 2012) ne ho catalogati oltre 3.500, e a partire dal 2016 ho pubblicato in queste pagine brevi commenti di circa 2.500 di essi.

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Per informazioni generiche o tecniche e recensioni  dei film consiglio di consultare i seguenti siti:

IMDb (Internet Movie Database) : il più completo, la Bibbia del Cinema, con archivio di 3.5mln di titoli e quasi 7mln di nomi (in inglese)

Rotten Tomatoes : meno dati di IMDb, raccoglie soprattutto recensioni in rete, quindi carente su film datati (in inglese, ma con numerose recensioni in spagnolo)

Film Affinity/es : trovo che sia il più completo per quanto riguarda film spagnoli e dell'AmericaLatina (in spagnolo)

Allo Ciné : sopratutto cinema francese, ma non solo (in francese)

 Upperstall.com  : specializzato in cinema indiano. uno dei più frequentati al mondo fra i siti che si occupano di cinema  (in inglese)

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